"I fisici amano pensare che tutto ciò che si deve fare è dire: "Queste sono le condizioni; e ora, cosa accadrà subito dopo?"." [Richard P. Feynman]


Nel 1960 Edward Lorenz creò un modello-giocattolo della meteorologia, il suo computer non aveva né memoria né velocità sufficiente per elaborare una simulazione realistica del comportamento dell’atmosfera ma le sequenze di numeri che la sua macchina stampava affascinavano, con la loro imprevedibilità, gli altri meteorologi del Massachusetts Institute of Technology. Per qualche oscura ragione nulla accadeva mai due volte nello stesso modo: le ripetizioni non erano mai del tutto esatte, c’erano dei modelli ricorrenti ma con disturbi. Un disordine ordinato.


L’idea fondamentale della scienza moderna è:

"Non si deve tenere conto della caduta di una foglia su un qualche pianeta di un’altra galassia per spiegare il movimento di una palla da biliardo sulla terra: le influenze piccolissime possono essere trascurate perché c’è una convergenza nelle cose, influenze piccole a piacere non potranno mai dare origine a effetti grandi a piacere"[Winfree].

Un giorno dell’inverno del 1961, per esaminare una fase di elaborazione più lunga, Lorenz decise di far partire il processo da metà e introdusse manualmente i dati di partenza copiandoli da uno stampato precedente: dopo aver atteso il tempo necessario per lo svolgimento dei calcoli Lorenz si aspettava di ritrovare un tracciato familiare nelle prime iterazioni, un esatto duplicato del primo.

Eppure, quando osservò il nuovo tracciato vide le condizioni meteorologiche divergere così repentinamente che dopo pochi mesi simulati ogni somiglianza era scomparsa. Immediatamente pensò ad un guasto del computer, ma dopo accurate verifiche si rese conto che non c’era alcun errore di funzionamento: il problema stava nei numeri che aveva introdotto, con sole tre cifre decimali mentre nella memoria del computer venivano elaborati a sei cifre decimali.

Lorenz supponeva che una differenza massima di quattro decimillesimi non avesse alcuna importanza. Per un sistema che sarebbe dovuto partire da dati reali era un assunto più che ragionevole: nessun sistema meteorologico poteva fornire dati così precisi, né un satellite per la temperatura di un oceano né un anemometro per la velocità e la direzione di un vento. Un piccolo errore numerico era come un alito di vento, non avrebbe dovuto avere la minima incidenza su un sistema più vasto, eppure nel particolare sistema di Lorenz un piccolo errore si dimostrava catastrofico.

Questo fenomeno di imprevedibilità prese il nome di effetto farfalla o più correttamente dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali.

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